Nella maggior parte dei casi, le coppie che si rivolgono a un avvocato per la separazione non sono riuscite a raggiungere un accordo soprattutto su aspetti economico finanziari e sulla gestione dei figli. Tuttavia, anche in caso di separazione consensuale può essere utile poter contare su un professionista esterno obiettivo e competente che aiuti a gestire tutti gli aspetti della separazione, nel pieno rispetto della legge e del diritto dei coniugi.
Quando un matrimonio finisce, infatti, oltre alle difficoltà emotive e psicologiche, bisogna affrontare anche una serie di aspetti pragmatici. Innanzitutto, le questioni relative al mantenimento, all’educazione e in genere alla gestione dei figli. In secondo luogo, tutte le problematiche di ordine finanziario, le proprietà in comune, gli eventuali mutui e investimenti. Non mancano poi ulteriori scenari in cui gli aspetti emotivi e quelli pratici si intersecano in modo a volte apparentemente indissolubile. Pensiamo agli animali domestici condivisi dalla coppia o alle progressioni di carriera di uno dei due coniugi facilitate dal sacrificio dell’altro.
Separazione di fatto e separazione legale: perché è importante sapere la differenza
Nel momento in cui due persone decidono di lasciarsi, non sempre si procede in maniera razionale. Dunque, possono venire a crearsi diverse situazioni non sempre facili da inquadrare. Ma la legge, si sa, ha bisogno di categorie chiare a cui ascrivere le diverse situazioni. Ecco perché distinguiamo due principali tipologie di separazione:
- la separazione di fatto, ovvero la situazione in cui i due coniugi decidono di vivere separati senza notificarlo ad alcuna autorità esterna. Può trattarsi di una situazione transitoria in attesa di prendere ulteriori decisioni, ma bisogna sapere che la separazione di fatto non ha alcuna valenza legale e non dà diritti (ad esempio al mantenimento).
- la separazione legale, ovvero la formalizzazione del venir meno del rapporto coniugale, attraverso l’intervento del giudice che lo dichiara, a seguito di una procedura che può essere giudiziale (in caso di mancato accordo sui termini, lasciati quindi alla decisione del Tribunale) o consensuale, o addirittura senza la comparizione innanzi al Tribunale, ma mediante un accordo di negoziazione assistita, il tutto con assistenza obbligatoria da parte di un avvocato.
Separazione consensuale e giudiziale: cosa cambia
La separazione legale presenta due tipologie:
- Nella separazione consensuale, le due parti sono in accordo su tutti gli effetti della separazione (personali e patrimoniali). L’intervento del giudice, o dei soli avvocati con la negoziazione assistita ha una funzione di ratifica ufficiale. Se i coniugi intendono divorziare, dovranno attendere solo sei mesi prima di procedere.
- Nella separazione giudiziale, invece, sarà il giudice decidere all’esito di una causa vera e propria i termini del mantenimento, dell’affidamento prevalente dei figli, dell’assegnazione della casa e della divisione dei beni etc. In questo caso verranno affrontate anche eventuali questioni di addebito, ossia verrà stabilito chi è responsabile della fine del matrimonio. In caso di separazione giudiziale, i tempi di divorzio si allungano: occorre infatti attendere un anno.